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venerdì 30 marzo 2012

FUGA DALLA CITTA'



Avevo lasciato la città e con essa tutto quello che chiamiamo civiltà: luoghi saturi di fumo, chiasso, sirene, campane, fischi, ruggiti di motori. Il frastuono di un'umanità che odia il silenzio, o meglio che lo teme, ed è per questo che riempie tutto con i rumori. Normalmente si vive in mezzo a dubbi, panico, scetticismo, sempre schiavi del tempo, correndo per guadagnare tempo, vivendo quotidianamente in uno stato di stress.
"Sacrifichiamo tutto per un pò di denaro", pensai
ma qui mi sentivo libero, riuscivo a vedere chiaramente. Nulla si sottraeva al mio sguardo!
Tornai a prendere contatto con la natura, a comprendere la grandezza e la bellezza della terra, mi chiesi se la città non fosse altro che una prigione per uomini, oppure un oceano di umanità naufragata, costretta a vivere un'esistenza in solitudine.
La solitudine, il silenzio e la quiete invitavano a meditare. Per prima cosa pensai a me stesso come ad un essere vivente. Cosa stavo facendo della mia vita ? La stavo usando bene o male ? Che senso aveva lavorare come un matto tentando di guadagnare denaro ? Pensai a me stesso, pensai agli altri. Tutto sembrava illusorio, puerile. A quel punto molte preoccupazioni cominciarono ad allontanarsi.
Avevo lottato per costruire il mio futuro, che per me si traduceva nell'essere un professionista e avere risultati concreti. Avevo pensato ai beni materiali senza rendermi conto che l'unica autentica ricchezza dell'uomo risiede nella sua serenità interiore. Poichè l'uomo racchiude in se uno spirito di evoluzione, non può e non deve in alcun modo farsi divorare dalle cose materiali e terrene, il denaro è necessario solo per poter vivere e soddisfare alcune necessità.

tratto dal libro "Negli occhi dello sciamano" H.H. Mamani

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